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Passeggiando tra i filari delle nostre vigne si possono ammirare
i frammenti di questo splendido e lucido vetro vulcanico, che
ci rimanda a tempi lontani.
I Nuovi Vigneti
I nuovi vigneti aziendali nascono a Villa Verde (Alta Marmilla) alle pendici del Monte Arci,
in uno scenario mozzafiato. I suoli vulcanici su cui giacciono le vigne, sono ricchi di
fosforo, potassio e magnesio, ideali per la produzione di vini di qualità. La zona è
stata interessata da fenomeni lavici di tipo intermedio che raffreddandosi hanno generato
terreni scuri e non molto profondi ricchi di ossidiana. L’ossidiana, conosciuta anche
come l’oro nero dell’antichità, è una pietra vulcanica presente in maniera copiosa
su tutto il territorio e fortunatamente anche nei nostri vigneti. Passeggiando tra
i filari delle nostre vigne si possono ammirare i frammenti di questo splendido e
lucido vetro vulcanico, che ci rimanda a tempi lontani.
La nostra filosofia aziendale punta alla valorizzazione delle varietà autoctone, ed è proprio per questo che abbiamo scelto di piantare prima il portainnesto (1103 P), per poi, l’anno seguente, innestare il Cannonau, vitigno principe della Sardegna, e il Semidano, affascinante ed elegante vitigno oggi giorno molto raro da trovare nell’Isola. La densità d’impianto è di 6000 piante per ettaro e le forme di allevamento adottate sono il cordone speronato bilaterale per il Cannonau e il guyot per il Semidano. In entrambi i casi abbiamo scelto d’impostare i capi a frutto a un’altezza dal terreno molta bassa (50 cm c.a).
La nostra filosofia aziendale punta alla valorizzazione delle varietà autoctone, ed è proprio per questo che abbiamo scelto di piantare prima il portainnesto (1103 P), per poi, l’anno seguente, innestare il Cannonau, vitigno principe della Sardegna, e il Semidano, affascinante ed elegante vitigno oggi giorno molto raro da trovare nell’Isola. La densità d’impianto è di 6000 piante per ettaro e le forme di allevamento adottate sono il cordone speronato bilaterale per il Cannonau e il guyot per il Semidano. In entrambi i casi abbiamo scelto d’impostare i capi a frutto a un’altezza dal terreno molta bassa (50 cm c.a).
Con questa impostazione la pianta consuma molto meno energia nei periodi di stress
idrici, quindi l’approvvigionamento di acqua e sostanze nutritive di grappoli e foglie
è condotto più facilmente e con meno dispendio di energie. Questa scelta permette
di avere una chioma ridotta e non molto espansa che si avvicina all’alberello,
forma di allevamento concepita per adattare la vite a condizioni ambientali difficili,
ovviamente offrendo rese quantitative molto più basse ma esaltando in modo
considerevole le qualità del vitigno. I vigneti sono gestiti in maniera completamente
biologica, non abbiamo mai preso in considerazione l’uso di concimi chimici,
diserbati e prodotti di sintesi per la difesa fitosanitaria. Per la gestione della
fertilità dei terreni utilizziamo la pratica agronomica del sovescio con un mix
di leguminose e graminacee e talvolta apportiamo specifiche concimazioni organiche.
Soltanto se un terreno è fertile e vitale (ricco di microflora e microfauna) una
pianta crescerà bene e farà degli ottimi frutti.
Proprio per questo il compito di noi agricoltori è anche quello di gestire al meglio i nostri terreni e più in generale l’ecosistema al fine di garantire alle future generazioni delle condizioni migliori di vita.